Il festival del cinema di Berlino: un inizio all’insegna della politica
Il Festival del Cinema di Berlino ha preso il via con un forte accento politico. Durante la cerimonia di apertura, alcuni attori tedeschi, insieme a Tricia Tuttle, la nuova direttrice artistica, hanno sfilato sul tappeto rosso mostrando una foto dell’attore israeliano David Cunio, attualmente tra gli ostaggi di Hamas. Questo gesto ha subito catturato l’attenzione dei presenti, sottolineando l’importanza di temi globali anche in un contesto artistico.
Prima della proiezione del film di apertura di Tom Tykwer, ‘The Light’, il tappeto rosso è stato teatro di una manifestazione simbolica. Alcuni attivisti hanno indossato maschere e si sono dipinti le mani di rosso, un chiaro segnale di protesta. Uno di loro indossava una maglietta con lo slogan #genuggeschwiegen, che significa “troppo silenzio”, parte di una campagna locale contro gli abusi di potere nelle industrie tedesche di cinema, televisione, streaming e teatro. Questa iniziativa, sostenuta da numerosi registi, mira a dare voce alle vittime, sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere riforme politiche per prevenire abusi strutturali.
Un altro momento di forte impatto è stato quando un’attivista ha indossato un abito bianco con la scritta ‘Democracy dies in daylight’ (la democrazia muore alla luce del giorno). Questo messaggio ha ulteriormente enfatizzato l’urgenza di affrontare questioni politiche e sociali, anche in un contesto di celebrazione cinematografica.
Fonte: ANSA