Con De André rivoluzionammo l’idea di spettacolo dal vivo in Italia

Con De André rivoluzionammo l’idea di spettacolo dal vivo in Italia

Il 18 febbraio avrebbe festeggiato 85 anni. Proprio oggi, la Camera ha reso omaggio all’artista con un incontro nella Sala della Regina di Montecitorio, intitolato “Ma tu rimani, buon compleanno Faber”.

Un tour rivoluzionario

In occasione dell’anniversario, la Pfm, che accompagnò il cantautore in un tour storico e rivoluzionario nel 1978 e nel 1979, pubblica l’album live Pfm canta De Andrè Anniversary. Disponibile dal 21 febbraio in digitale e doppio CD, e dal 28 in doppio vinile, l’album include brani registrati durante il tour di celebrazione dei 45 anni di quella serie di concerti. A raccontare l’iniziativa sono i due membri storici della band, Franz Di Cioccio e Patrick Djivas.

La nascita di una collaborazione unica

Djivas ricorda: “In estate suonammo vicino casa sua, in Sardegna. Lui venne a sentirci e poi ci invitò da lui a passare un po’ di tempo. Fu un pranzo molto divertente. Alla fine, disse: ‘Se avessi una band come voi, andrei volentieri a fare concerti’, lui che notoriamente non amava esibirsi dal vivo. Franz ha detto subito: ‘Facciamolo!’. Tutti lo sconsigliavano, ma quando abbiamo iniziato a fare gli arrangiamenti, è venuta fuori la bontà dell’idea.”

Un’eredità musicale duratura

Abbiamo visto un ritorno dei cantautori a Sanremo. Qual è l’eredità che ha lasciato Fabrizio? Djivas afferma: “Lui ha cambiato la percezione dei live in Italia. Era la prima volta che un cantautore si univa a una band rock, all’epoca era considerata un’eresia. Nella musica italiana erano famiglie separate, ma abbiamo dimostrato che potevamo non invadere lo spazio del cantautore aggiungendo cose. Un po’ come aveva fatto in passato Bob Dylan. Fabrizio ha accettato il rischio perché era un fan di Dylan, e voleva provare a fare quella cosa lì. Ed è stato il primo cantautore a cantare con una band”.

Ricordi di compleanni speciali

Di Cioccio e Djivas ricordano: “Tutti i giorni per lui erano un compleanno. Eravamo dei casinaro, facevamo sempre pazzie, organizzavamo scherzi: lui, che era così riservato, doveva adattarsi alle nostre follie. Ma rimase ammaliato, anche sul palco era un azzardo continuo”.

 

Fonte: La Repubblica

notizia principale

Autore