Il remake di Biancaneve: un nuovo capitolo per Disney
L’arrivo in sala di Biancaneve e i sette nani nel dicembre del 1937 segnò l’inizio dell’impero di Walt Disney. Questo primo lungometraggio interamente animato fu un miracolo artistico e un fenomeno di botteghino, incassando 8 milioni di dollari, che oggi equivarrebbero a circa 140 milioni. A distanza di 88 anni, il remake in live action di quel classico rischia di essere una sfida per la casa di Topolino. Criticato per l’eccessiva “correttezza politica” e segnato da tensioni tra le attrici protagoniste, il film, costato 270 milioni di dollari, arriva al cinema in sordina.
Come da tradizione Disney, la première losangelina di Biancaneve si terrà nello storico cinema El Capitán dell’Hollywood Boulevard. Tuttavia, in modo del tutto anomalo, il 15 marzo l’evento si svolgerà senza la consueta presenza di decine di giornalisti, cameraman e fotografi lungo il tappeto rosso: gli accrediti sono stati concessi con il contagocce. Rachel Zegler e Gal Gadot, rispettivamente Biancaneve e la Regina Cattiva, dovrebbero limitarsi a posare per le foto, mentre le interviste saranno riservate alla troupe interna Disney. Variety ha parlato di un “ridimensionamento” dell’evento dovuto alle polemiche che hanno circondato fin dall’inizio il film diretto da Marc Webb e scritto da Erin Cressida Wilson.
Le prime critiche sono arrivate per la scelta di fare interpretare la giovane che i fratelli Grimm descrivono “bianca come la neve” a Zegler, di origine colombiana. La star di West Side Story ha fatto indignare gli anti-woke ancora di più affermando che il film del 1937 era “datato” e andava aggiornato in modo che la giovane non dovesse “essere salvata dal principe e sognare il vero amore”.
Nel 2022, Peter Dinklage, noto per il suo ruolo in Game of Thrones e affetto da nanismo, ha dichiarato: “Da un lato siete progressisti, molto orgogliosi di aver scelto un’attrice latina per il ruolo di Biancaneve. Dall’altro continuate a raccontare quella storia retrograda di sette nani che vivono insieme in una capanna?”. La Disney rispose che, per “non rafforzare gli stereotipi del cartone originale”, nel remake avrebbe generato al computer i sette piccoli amici della fanciulla. Nel trailer sembrano infatti creature fantastiche.
Questa settimana, l’attore Choon Tan, anche lui affetto da nanismo, ha detto al Daily Mail che la decisione di utilizzare la computer grafica è stata “assurda e discriminatoria. Non c’è davvero nulla di sbagliato nel dare a una persona affetta da nanismo la possibilità di interpretare un nano, se raffigurato in modo rispettoso”.
Fonte: ANSA