La dedizione di Hayao Miyazaki
La dedizione di Hayao Miyazaki al suo lavoro è il segreto del suo successo, ma lavorare per lui non è affatto semplice. Un animatore dello Studio Ghibli ha condiviso i ritmi intensi dello studio, con un programma di lavoro che non prevedeva giorni liberi per mesi. Miyazaki è completamente coinvolto in ogni fase della realizzazione dei suoi film, che, come è noto, disegna personalmente. Il grande successo dei lungometraggi dello Studio Ghibli è legato non solo alla complessità delle loro trame, ma anche alle animazioni disegnate a mano, che richiedono anni per essere completate.
Il castello errante di Howl
Uno dei titoli più amati di Miyazaki, Il castello errante di Howl, è un esempio perfetto del metodo di lavoro dello studio. Dopo la sua uscita nel 2004, il film d’animazione è diventato il terzo con il maggior incasso dell’epoca e ha ricevuto una nomination al Premio Oscar per il Miglior film d’animazione. Basato sull’omonimo romanzo fantasy del 1986 di Dianna Wynne Jones, il film segue Sophie, che gestisce il negozio di cappelli del padre. La giovane viene trasformata per magia in una donna di 90 anni dalla Strega delle Terre desolate. Nel tentativo di spezzare la maledizione, Sophie si rifugia in un castello di proprietà di un carismatico mago di nome Howl.
La testimonianza di Akihiko Yamashita
Il processo di creazione de Il castello errante di Howl, secondo la testimonianza di Akihiko Yamashita, noto animatore di Studio Ghibli, è stato a dir poco massacrante. Yamashita è stato supervisore all’animazione per il film del 2004, ma ha lavorato a molti altri lungometraggi d’animazione. Ha esordito con La città incantata (2001) per poi ricoprire vari ruoli all’interno dello studio, tra cui assistente supervisore dell’animazione in Ponyo, Si alza il vento e Il ragazzo e l’airone, ultima produzione Ghibli. Intervistato da Variety nel 2024, in occasione del ventesimo anniversario de Il castello errante di Howl, Yamashita ha ricordato i ritmi di lavoro no-stop e l’impossibilità di mantenere un equilibrio fra vita privata e professionale. Durante gli ultimi sei mesi di produzione, lavorava 14 ore al giorno, senza giorni liberi né ‘domeniche’.
Il duro lavoro allo Studio Ghibli
I film di Studio Ghibli vengono realizzati seguendo un processo manuale scrupoloso, che genera un carico di lavoro smisurato e un programma di produzione infinito. Lavorare ininterrottamente per mesi, senza giorni liberi, è paragonabile a una tortura, anche quando si è estremamente dediti al progetto. Una volta completato il film, però, Yamashita ha avuto tre mesi di ferie. “Mi resi conto che potevo farlo solo perché avevo 30 anni a quei tempi”, ha ammesso. “Ora non sarei più in grado di farlo”.
Fonte: Coming Soon