Arriva nelle sale il tanto atteso Il seme del fico sacro, dopo aver ricevuto un’ovazione di 15 minuti al Festival di Cannes, dove ha conquistato il Premio Speciale della Giuria e una nomination all’Oscar per il miglior film internazionale per la Germania. Diretto dal dissidente iraniano Mohammad Rasoulof, il film sarà disponibile dal 20 febbraio grazie a Lucky Red e Bim.
Il seme del fico sacro è una potente denuncia del regime iraniano, resa ancora più incisiva dal fatto che la storia si svolge all’interno di una famiglia di Teheran. Questa non è una famiglia qualunque, ma rappresenta perfettamente quella parte della società iraniana borghese e benestante, sempre più intollerante verso le restrizioni e desiderosa di modernità.
Il regista Rasoulof, fuggito clandestinamente dal regime di Teheran, ora vive a Berlino. “Quando ho attraversato il confine, mi sono girato per dare un’ultima occhiata alla mia terra natale e ho pensato ‘ci tornerò’. Credo che tutti gli iraniani costretti a partire a causa del regime totalitario abbiano una valigia pronta, sperando in un futuro migliore”, ha dichiarato.
Al centro del film c’è la famiglia di Iman, un neo-giudice della Rivoluzione interpretato da Missagh Zareh. Iman, un uomo di circa cinquant’anni, vive con la moglie Najmeh (Soheila Golestani) e le due figlie, Rezvan (Mahsa Rostami) e la piccola Sana (Setareh Maleki). Appena nominato giudice, Iman deve bilanciare il suo zelo professionale con la necessità di proteggere la sua famiglia dai militanti anti-regime, sempre più attivi nelle strade di Teheran. Per questo motivo, gli viene assegnata una pistola per autodifesa.
Iman è un uomo apparentemente buono, un magistrato che entra in crisi quando deve firmare un mandato d’esecuzione. Tuttavia, è anche rigido, profondamente religioso e convinto del rispetto delle regole. La moglie e le figlie, invece, sono molto più aperte e moderne. Najmeh segue la tradizione ma è più progressista del marito, mentre le figlie sono immerse nei social media, nei selfie e nelle mode giovanili, simpatizzando, anche se indirettamente, con le proteste di piazza.
Tutto sembra andare bene nella famiglia di Iman, fino a quando la sua pistola scompare misteriosamente. Questo evento trasforma Iman in un poliziotto sospettoso, che inizia a dubitare di moglie e figlie, sottoponendole a un intenso interrogatorio condotto da un collega psicologo. Questo mette a dura prova i legami familiari, portando a un tragico finale.
Il seme del fico sacro è un film di grande impatto, caratterizzato da una doppia anima: una parte iniziale che esplora la vita familiare e una seconda parte che si addentra nelle tensioni politiche e sociali. Un’opera che non lascia indifferenti e che invita a riflettere sulla complessità della società iraniana contemporanea.
Fonte: ANSA