Un uomo felice: umorismo e saggezza per sfidare i pregiudizi di genere – Disponibile in streaming su MYmovies

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Jean e Edith sono sposati da circa 40 anni e hanno tre figli. Tuttavia, il loro matrimonio nasconde dei segreti. Entrambi hanno un segreto che non hanno il coraggio di confessarsi, ma questi segreti hanno un peso e un’importanza completamente differenti. Jean, un politico conservatore, è contrario alla procreazione assistita, ai matrimoni gay e alla maternità surrogata. Nonostante la moglie sia contraria, ha deciso di candidarsi nuovamente come sindaco per un nuovo mandato. Ma il segreto di Edith è ancora più clamoroso: ha iniziato la transizione per diventare uomo.

La trasformazione di Edith non è una sorpresa che si svela nel corso del film, ma è esibita fin dall’inizio, quando Edith fa degli esercizi per cambiare la voce. Si assiste poi alla sua graduale mutazione, a partire dal look (vestiti maschili, taglio dei capelli) fino alla comparsa dei baffi, prima finti, poi naturali. La rivelazione al marito è uno choc immediato e il film gioca su questa opposizione tra l’immagine pubblica integra di Jean e il segreto familiare che potrebbe rovinargli la carriera.

Il regista, al suo quarto lungometraggio, esplora ancora le molteplici identità che fanno parte di un individuo, anche quelle più nascoste, oltre a mostrare la dimensione allucinata della quotidianità. Già nel film precedente, aveva mostrato una Parigi buia e vuota, quasi da città fantasy, in cui si muovevano un medico di base e un fattorino in bici di Uber Eats, rispettivamente interpretati da Michel Blanc e Hakim Jemili. Sono una variazione di ‘una strana coppia’, proprio come quella composta da Jean e Edith.

La presenza dei due attori è ovviamente determinante perché ognuno di loro caratterizza i propri personaggi con uno stile recitativo inconfondibile. Il regista gioca sempre su come far apparire normale l’effetto sorpresa, anche se davanti alla rivelazione della moglie, Jean resta senza parole, ma non vuole farlo vedere. Inoltre, esplora ancora una volta i comportamenti meno prevedibili, come nella scena in cui scoppia a ridere quando la figlia annuncia alla famiglia, in occasione della ‘festa della mamma’, a cui Jean ed Edith hanno partecipato controvoglia.

Nel caso di Edith, specialista in figure inafferrabili, si assiste a una vera e propria mutazione. Quella fisica è più impercettibile, ma è proprio l’affermazione della sua vera identità a imporsi. Innanzitutto, non vuole essere più chiamata “Edith” e “signora”, come dice alla donna delle pulizie. Ma soprattutto celebra il proprio funerale dell’altra parte di sé, la tomba di Edith, scavata nel giardino della propria abitazione.

 

Fonte: La Repubblica

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