La nona porta

Un film di Roman Polanski
Genere: Thriller - Spagna Durata: 127min.
Distribuzione: Cecchi Gori Home Video
Uscito nel 1999, “La Nona Porta” parla di un intrigo diabolico intorno a quello che sembra solo il capriccio di un miliardario con la fissa dei libri rari. Si ripete il tema, già visto in molti altri film, incentrato sulla figura di Satana; tanto per fare qualche esempio, basti pensare a “The calling”, “L’avvocato del diavolo” e “L’esorcista” (che a breve avrà un prequel).
Vediamo ora se Polanski è riuscito a rinnovare questo genere di pellicole, ultimamente un po’ troppo “simili” tra loro. Il regista, al ritorno al “timone di comando” a 5 anni di distanza da “La morte della fanciulla” (1994), era convinto del lavoro che affrontava: lo affascinava l’intelligenza ironica del romanzo di Perez-Reverte, ed aveva la certezza di essersi affidato ad un cast di prim’ordine, in cui spiccano la moglie, più giovane di lui di 33 anni, Emmanuelle Seigner ed un Johnny Depp euforico, perché proprio durante le riprese conobbe la cantante Vanessa Paradis, che lo rese padre.

Un romanzo come spunto
“La Nona Porta” si basa su uno scritto del colombiano Arturo Perez-Reverte. Nato a Cartagena nel 1951, è considerato uno dei più brillanti ed originali romanzieri moderni d’avventura e di cappa e spada; secondo il critico Corrado Augias, è un’autore “che assomiglia al miglior Spielberg più Umberto Eco”. Il suo libro “Il club Dumas” (pubblicato in Italia dalla Marco Tropea Editore) che dà spunto al fim, intreccia le vicende dei tre Moschettieri con un misterioso volume messo al rogo dall’Inquisizione.
Polanski ha eliminato ogni riferimento ad Alexandre Dumas e si è concentrato unicamente sul’enigma del libro.

Numeri diabolici
Grande protagonista invisibile del racconto è Lucifero, la cui firma ossessiona i pensieri di Dean Corso. “Casualmente”, il nome del Demonio viene legato al 9, il numero della perfezione, unico multiplo della Trinità. In più, il 9 sta a rappresentare le 8 porte terrene che permettono di raggiungere la nona, spalancata sul mondo infernale. Quindi, 1+8, che è possibile anche leggere 18, tre volte 6 (6+6+6), il numero dell’Apocalisse che identifica l’Anticristo. Quanti riferimenti!!!

Indizio dopo indizio, seguendo la strada del mistero…
Dean Corso (Johnny Depp) è un esperto di libri rari, cinico e senza scrupoli. Un giorno, viene convocato dal miliardario Boris Balkan (Frank Langella), il quale possiede una delle tre copie del manuale satanico “Le nove porte del Regno delle Ombre”, scritto nel XVIII secolo dal veneziano Aristide Tirchia in compagnia, pare, di Lucifero in persona. Solo una è originale, e così, Corso è incaricato di trovare i tre volumi, analizzarli e scoprire qual è l’autentico a tutti i costi, utilizzando anche metodi non leciti.
La ricerca, che si estende dalla Spagna al Portogallo alla Francia, si rivela ben presto un labirinto pieno di tentazioni, di incontri turbolenti, di violenza e di morti misteriose. Piano piano che va avanti, in Corso prende corpo la certezza che nessuna copia è originale ed a tutte sembra aver messo mano un’intelligenza non umana…

Ogni evento è illusione
“La nona porta” è un buon film, ma non il capolavoro che sarebbe lecito aspettarsi da un cineasta di talento come Roman Polanski. A trent’anni di distanza da “Rosemary’s baby” (1968), il regista polacco affronta di nuovo una storia incentrata sulla figura del diavolo, ma questa volta con un tono più “soft”, senza esagerare. Quindi, non aspettatevi scene eccessivamente violente, laghi di sangue e compagnia bella: il film è più “cervellotico”, seguiamo cioè il protagonista passo-passo, indizio dopo indizio, lentamente, fino a conoscere insieme a lui la soluzione agli enigmi. Regna l’ambiguità, nulla è quello che sembra, tanto che alla fine rimarrete dubbiosi e pieni di domande, costretti ad inserire nuovamente il dvd nel vostro lettore!
Il film inizia molto bene, il primo tempo scorre via caricandoci di aspettative: ma il secondo è il regno del “già visto”, un po’ noioso e ripetitivo. Il finale (che, ovviamente, non vi dico) è lasciato alla libera interpretazione: quando si “cammina” sul confine tra il bene e male, ognuno può pensare e credere quello che vuole, a seconda della propria sensibilità. La mia dice che il diavolo non và cercato né evocato: è lui che, se vuole, viene da noi. E nel film, Lucifero non vince uccidendo il protagonista, ma peggio, portandolo dalla sua parte: questo perché, sempre secondo me, la misteriosa ragazza, interpreta da Emmanuelle Seigner, è un inviato del diavolo, e non un angelo come si poteva pensare inizialmente, che con l’atto sessuale insieme a Corso aveva completato con successo la propria missione.
Sul film c’è anche un sottile strato di ironia, rivolta soprattutto verso le sette sataniche, e troviamo un omaggio grottesco allo “Eyes wide shut” di Kubrick: durante una riunione dei seguaci di Satana, arriva Balkan che lancia un urlo, e tutti scappano con la coda tra le gambe nei loro “macchinoni” costosi.
Molto importanti le atmosfere e le musiche, perfettamente ricreate da due maestri come Darious Khondjii e Wojciech Kilar, che permettono di dimenticarsi di essere seduti su una poltrona e di entrare più facilmente all’interno della storia. Anche gli attori offrono interpretazioni esemplari: da un cinico Depp-Corso, un esperto di libri assetato di denaro (“Lei crede nel soprannaturale? –Credo nella mia percentuale”) ad una misteriosa Seigner-ragazza, difficile da individuare da che parte stia, da un arrogante Langella-Balkan nei panni del miliardario con manie sataniche ad una sensuale Olin-Liana, una vedova molto consolabile a capo di una setta.

Tecnica
Inciso su un dvd-9 a doppio strato, “La nona porta” è uno dei migliori, tecnicamente parlando, all’interno del catalogo della CGHV.
Video quasi perfetto, senza evidenti difetti, che si presenta in un formato 2.35:1 anamorfico. Luminosità, contrasto e croma sono a buoni livelli, anche nelle scene buie che nel film la fanno da padrone. Qualche problema all'inizio dovuto alla compressione, ma poi tutti si ristabilizza.
Anche il sonoro rispetta la qualità del dvd. E’ possibile scegliere tra il Dts 5.1 e il Dolby Digital 5.1 per l’italiano e il Dolby Digital 5.1 per l’inglese (però, in caso sceglieste questa lingua sono obbligatori i sottotitoli in italiano). Essendo una pellicola “tranquilla”, priva di esplosioni, botti, ecc. entrambe le traccie si equivalgono, e si rivelano molto dinamiche, pulite e, in generale, senza sbavature.

Extra
I soliti contenuti extra del distributore italiano. Troviamo:

-menu animati ed interattivi
-trama completa con accesso diretto a 24 scene
-accesso diretto a 6 scene top
-making of
-intervista al regista ed agli attori principali
-biografia e filmografia del regista e degli interpreti principali

Bloopers
1. Quando la baronessa muore avvolta dalle fiamme, Corso, prima di fuggire raccoglie tutti i suoi oggetti sul tavolo, tranne la cartolina con la foto del castello. Alla fine del film, se la ritrova magicamente tra le mani…

2. Come faceva Telfer a sapere dov’era il libro senza aver minimamente cercato nella stanza? E poi, per quale motivo ha lasciato cadere per terra il panno che racchiudeva il libro?

3. Quando Corso e la ragazza arrivano al castello in cui si svolge il rito, è notte. Ma alla loro uscita (sicuramente non è passato molto tempo…) è pieno giorno!

4. Nel film, i protagonisti hanno a che fare con un libro rarissimo che vale miliardi e di cui ne esistono soli tre esemplari nel mondo: perché nessuno adotta le dovute precauzioni nel maneggiarli? Addirittura Corsa fuma mentre legge!

5. Corso annota per tre volte gli autori delle incisioni. Li annota su una tabella indicandone le iniziali (AT o LCF). La tabella compare tre volte (due da Fargas e una dalla baronessa Kessler) e cambia ogni volta (inizialmente i numeri delle incisioni sono vicino alla riga, poi si alzano per poi riabbassarsi).

6. Quando la signora Telfer va da Corso per cercare di riprendere il libro del marito si nota un tatuaggio sul gluteo sinistro, ma quando si spoglia completamente per mettersi la tonaca nera da cerimonia, il tatuaggio a forma di serpente attorcigliato non c'è più.

7. Alla fine Balkan indica l'ordine delle incisioni (1, 4, 3, 6, 7, 5, 8, 2, 9) e ne spiega il significato. L'incisione centrale è quella della partita a scacchi, quindi la n°7. Quando, però, dalla baronessa Kessler ne ha segnato l'autore ha scritto nella tabella LCF sotto l'incisione n°5.

8. In Portogallo secondo il film si parla spagnolo. E all'hotel e' esposta una locandina della corrida (forse per ambientare), ma la corrida portoghese non prevede banderillas.

9. All'aeroporto, lui deve andare dal Portogallo in Francia o viceversa, si mette in coda agli "internazionali". Da un po' di anni si intendono tali solo gli extra UE.


Per concludere…
Interessante e coinvolgente, da criticare o elogiare solamente dopo averlo visto almeno due volte. Realizzazione tecnica soddisfacente e contenuti extra nella norma. Senza infamia e senza lode, per un film che non è né “Spiderman” né “Freddy vs. Jason”: ci vuole concentrazione o vi annoierà da subito! ;-)

IL NOSTRO GIUDIZIO


Si ringrazia Francesco Negrisolo - Cecchi Gori Home Video - per il film.

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