“The way to the feature, the way to the future…”
Fra gli anni venti e gli anni quaranta, la vita di Howard Hughes: miliardario, playboy, produttore cinematografico ma soprattutto aviatore, Hughes è perennemente alla ricerca del mezzo del futuro (“the way to the future”). Ama il rischio e le dive di Hollywood, ma l’ossessione per la pulizia e le sue piccole paranoie lo tormenteranno anche nel mezzo dei più grandi successi.
Citizen Hughs
“Bigger than life”, più grandi della vita stessa: così potrebbero essere definiti molti personaggi della mitologia hollywoodiana, a cominciare da Orson Welles (l’espressione è stata coniata proprio per lui). E qual è il legame fra Welles ed Howard Hughs, oltre al fatto che siano stati entrambi “bigger than life”? Semplice, “Citizen Kane” (“Quarto Potere”): l’ispirazione per il personaggio di Kane proviene, oltre che dal magnate dell’editoria William Randolph Hearst, proprio da Howard Hughes, e questo ci permette di avvicinare “The Aviator” ad un “Citizen Kane” del nuovo millennio. Personaggio reale da una parte, di fantasia dall’altra, ma di fondo la stessa evoluzione e gli stessi temi, e forse anche il medesimo istinto autodistruttivo nel desiderio smodato di raggiungere traguardi sempre più alti. Certo, la regia di Scorsese non è in questo caso virtuosistica come quella di Welles: piuttosto, è invisibile alla maniera di Howard Hawks, segue dialoghi e personaggi pronta a scatenarsi nelle sequenze più spettacolari (nelle scene di volo c’è una consapevolezza dei propri mezzi, una maestria ben superiori alla media dei blockbuster hollywoodiani). E si respira aria di cinema classico, in questo imponente kolossal d’altri tempi. Scenografie (meritato oscar per Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo), costumi, trucco ed effetti speciali sono curati in maniera ossessiva, ed in mezzo a tutto questo si muovono attori in stato di grazia: bravo Leonardo DiCaprio, bravissima Cate Blanchett, meritato oscar anche per lei, straordinaria nel replicare Kathryn Hepburn in ogni sua movenza, sguardo, tono di voce.
Il film, insomma, affascina dall’inizio alla fine, guidato da una parola ricorrente (“quarantena”) che offre una possibile chiave di lettura, così come succedeva in “Citizen Kane” con “rosebud”: è l’ossessione per la pulizia che spinge Howard a chiudersi in quarantena (o meglio, che lo porta a chiudere in quarantena il resto del mondo), ma questo è forse il sintomo di una incapacità di stringere rapporti con le altre persone, di vivere una vita sociale. Howard è troppo introverso per le serate mondane, non è una persona comune neanche secondo gli standard hollywoodiani, ed è quindi inevitabile che si chiuda nel suo mondo di progetti e traguardi (per gli altri) impossibili.
Il film affascina, si diceva, ma forse non riesce a coinvolgere fino in fondo (per questo l’Academy gli ha preferito Million Dollar Baby): evidentemente è difficile identificarsi con un personaggio così potente e quasi epico, così fuori dal comune…così “bigger than life”. Eppure “The Aviator” rimane un grande film, seppure lontano da ciò cui Scorsese, il più grande regista americano vivente, ci ha abituato.
Molto bene, da tutti i punti di vista
La qualità audio-video è impeccabile: tracce poderose in italiano e inglese dolby 5.1 ed italiano dts, che si fanno apprezzare soprattutto nelle spettacolari sequenze di volo.
L’immagine, poi, è priva di sbavature e valorizza al meglio il lavoro di fotografia (che imita il technicolor degli anni d’oro di Hughes). Sottotitoli in italiano per non udenti e inglese.
Extra? Dipende dall’edizione…
L’edizione che ho preso in esame è quella a disco singolo, e quindi completamente priva di extra (a parte il commento di Scorsese, presente anche qui). Si tratta di una precisa scelta di mercato, non di una mancanza da parte di produttori e distributori: per questo ho deciso di non assegnare una valutazione alla voce “extra”.
Per concludere…
Seppur lontano dai capolavori di Scorsese, rimane un grande film: l’edizione in dvd è tecnicamente ineccepibile, ma il mio consiglio è spendere una manciata di euro in più e portarsi a casa il cofanetto (in alluminio) con un secondo disco ricco di extra. Un altro consiglio: guardatelo in lingua originale.