Nassiryia - Per Non Dimenticare

Abbiamo preso questi nomi, queste storie. E le abbiamo riportate a casa…
Prima di girare la fiction, il regista Michele Soavi ha voluto incontrare tutti i familiari delle vittime. Soavi si è documentato febbrilmente anche con libri e appunti incluso “20 sigarette a Nassiryia”, il diario dell'unico italiano sopravvissuto all'attentato del 12 novembre 2003, scritto dall'attore e cameraman Aureliano Amadei. Andato a Nassiryia per filmare l'esercito, Amadei è rimasto gravemente ferito durante l'esplosione che ha portato la morte a dodici carabinieri, cinque soldati e due civili.
La fiction è stata girata tra il Lazio e la Puglia.
Tutti i ragazzi caduti durante l'attentato sono ricordati con foto e filmati originali nei titoli di coda del film.
Nella fiction non sono interpretate tutte le vittime dell'attentato. Il racconto si focalizza su cinque personaggi di finzione caratterizzati da elementi personali che ricordano i tratti caratteriali dei ragazzi.
Raul Bova si trovava negli Stati Uniti per le riprese della seconda parte del telefilm americano What About Brian quando gli è stato proposto il copione di Nassiryia. L'attore ha rinunciato alla commedia per la responsabilità e il bisogno di raccontare le vite delle vittime non come degli eroi tradizionali, ma come degli eroi di fatto.

2003. Missione di pace in Iraq. Il coraggio di un gruppo di carabinieri, per sempre vivo
Un gruppo di carabinieri viene mandato a Nassiriya per svolgere un’azione di peace keeping. La squadra opera per rimettere in sesto la caserma, organizzare l’addestramento della polizia locale e presidiare al regolare svolgimento delle prime elezioni. Appena si intravedono i primi risultati, si sparge la voce di un licenziamento massiccio dei dipendenti pubblici e il nuovo sindaco chiede l’intervento dei carabinieri mentre dilaga un’epidemia di tifo. Finalmente arriva il giorno del rientro, ma la mattina della partenza nessuno avrebbe mai immaginato quello che è realmente accaduto…

Commento
Quest’ottima produzione Tao Due conferma come il confine tra fiction televisiva e produzione cinematografica a volte possa essere davvero labile: nonostante le scene siano state girate in Italia l’ambientazione è credibile, i costumi sono perfetti ed anche le sequenze d’azione non sono affatto male. L’accoppiata Michele Soavi e Raoul Bova, poi, è sinonimo di qualità, ma non sfigura nemmeno Libero De Rienzo (l’amico di Stefano Accorsi in Santa Maradona poi protagonista di A/R Andata + Ritorno), che si cala perfettamente nel suo timido ed insicuro personaggio tanto da risultare quasi irriconoscibile a chi lo ha già visto nei suddetti film. Insomma, una fiction valida ed anche coinvolgente in alcuni frangenti, che racconta per la prima volta una parte dolorosa e memorabile della nostra storia contemporanea.