Carlo, Giulia e gli altri
Roma, 2009: ritroviamo i personaggi de L’ultimo bacio a fare i conti con se stessi. Carlo, separato da Giulia e con una figlia che adora, si ritrova a mettere in discussione la sua relazione con Anna, dopo essere stato trasportato in ospedale per un malore. Capisce di amare Giulia e di volere ricostruire la sua famiglia, ma la donna vive con Simone e pare avere trovato un equilibrio. Marco entra in crisi con sua moglie Veronica e vede la propria vita totalmente scardinata dal dolore. Paolo cerca un’ancora di salvezza dalla propria autodistruttività nella storia d’amore con Livia, ex moglie di Adriano. Quest’ultimo torna dopo deici anni in Italia, deciso a ricostruirsi una vita e a riconquistare il figlio, abbandonato all’età di sei mesi. Alberto non si “arrende” alla maturità e vuole mollare tutto e viaggiare verso mete lontane...
Si muore un po' per poter vivere
Baciami ancora, amami ancora, credi in me ancora: pare un appello, un’invocazione, il titolo dell'ultimo film di Gabriele Muccino. Il regista romano realizza l'ideale e il reale proseguo delle vicende umane e sentimentali dei personaggi de L'ultimo bacio. Era il 2001. Sono trascorsi quasi dieci anni e il tempo ha lasciato le sue tracce sui volti e sugli animi dei protagonisti. Non abbiamo più a che fare con trentenni decisi a mordere la vita a ogni costo, talvolta lasciandosi alle spalle le responsabilità e la strada per diventare adulti. Si fugge ne L'ultimo bacio. In Baciami ancora si torna e si fanno i conti con se stessi e con le scelte fatte o derogate. I quarentenni di oggi sono forse un po’ disillusi e pentiti, ma non arresi, questo no. Ci provano, tentano di trovare la “propria” vita e di inseguirla, non sognano più a occhi aperti, ma sognano ancora. Ricordate Stefano Accorsi che “immaginava” Martina Stella al suo fianco?
Il pregio di Baciami ancora è proprio il tono malinconico che avvolge l'intero film. Certo la sceneggiatura è un po’ forzata, soprattutto nell'ultima parte, e la durata appare eccessiva. La macchina da presa, sebbene sia morbida e armonica, esagera nel gigionesco (che dire degli intervalli bucolici che richiamano la pubblicità delle merendine?). Ma sono gli occhi dei protagonisti a comunicare tutto il film, è nei loro occhi che va ricercato il senso. È lì, in quel bagliore un po’ spento rispetto a L'ultimo bacio, che è da individuare la verità di questa pellicola. Muccino però non risparmia furbate un po' sempliciotte e arranca in un racconto che per i primi 40 minuti mostra una buona coerenza, poi si perde nel troppo, nell'eccesso. Mette troppa carne al fuoco ed è un peccato, perchè l'invecchiamento dei personaggi era sufficiente. Bastava l’inquietudine evidente o sospesa, bastava la voglia di non rinunciare, senza però l’arditezza del film precedente. Bastavano le meditazioni mature sul desiderio di fuga, senza lasciarsi catturare dall’improbabile, senza l’amore per il rischio. Non si urla per un po', e per un po' si ha a che fare con un film amarognolo, ma veritiero, a tratti divertente; poi si riprende il registro del rumoroso e del paradossale, si sceglie la strada più facile. I personaggi subiscono uno sbilanciamento: la loro umanità è in perdita rispetto al loro essere azioni, talvolta eclatanti. Peccato, peccato perché la malinconia non cerca il grido, ma l’intensità. Se l’evoluzione dei personaggi in qualche caso può risultare interessante - Marco acquisisce maggiore presenza e simpatia, Livia è meno isterica e più matura, Giulia è meno impulsiva e più attenta - per altri versi conduce a esiti drammatici o leggermente patetici. Un piccolo appunto al trucco, che davvero nel caso di Adriano (Giorgio Pasotti) lascia un po’ a desiderare.
Gabriele Muccino utilizza la macchina da presa avvolgendo i suoi personaggi, ed è questa la sua bravura. Accompagnato da montaggio, fotografia e colonna sonora ottimi, Baciami ancora procede verso un finale quasi da Grande freddo, in cui l’amore trionfa perché “la vita non ci dà sempre le cose che noi vogliamo. Ma l’importante è che ce le dia”. Ci congediamo così da personaggi che in fondo cercano tutti la stessa cosa: non essere soli. Bravi Vittoria Puccini (Giulia), Sabrina Impacciatore (Livia), Pierfrancesco Favino (Marco). La chicca: la canzone Baciami ancora di Jovanotti.