«That's a terrible vampire name... Jerry?»
La vita di Charley Brewster, adolescente di un sobborgo residenziale appena fuori Las Vegas, va a gonfie vele: è riuscito a smarcarsi dal suo passato di ragazzino nerd, e persino a conquistare la classica "ragazza dei sogni", Amy, rinnegando al contempo l'amicizia con Ed, il suo precedente compagno di avventure. Ovviamente, però, le cose stanno per cambiare, poiché nella villetta contigua a quella in cui Charley vive con sua madre arriva un nuovo inquilino, un tizio affascinante di nome Jerry. Ma c'è qualcosa di ambiguo in lui, come Ed cerca inutilmente di far capire al suo vecchio amico: Jerry, infatti, è un vampiro, e all'improvviso Charley si trova costretto a difendere sia sua madre sia la sua ragazza... magari chiedendo consiglio a Peter Vincent, un sedicente esperto di sovrannaturale che anima i palcoscenici di Las Vegas.
«It's on you to look out for them because there are a lot of bad people out there, Charlie...»
Non tutti i remake vengono per nuocere, e questa nuova versione di Fright Night - noto in Italia come Ammazzavampiri - arriva proprio in un periodo in cui le tematiche vampiresche, fiaccate dal bagliore diamantino del fenomeno Twilight, reclamano a gran voce nuova linfa vitale (o nuovo sangue, per restare in argomento).
Fright Night ci ricorda che è ancora possibile produrre dei teen horror divertenti, spensierati, facendosi perdonare volentieri la sua natura di remake: rispetto al cult di Tom Holland, che contribuì a ridefinire la figura del vampiro in veste contemporanea, questa rilettura è inevitabilmente meno innovativa, e anche meno ambigua nel delineare il rapporto tra il famelico Jerry e le sue potenziali vittime, ma in compenso offre una piccola lezione di ritmi e tempi narrativi, costruendo accuratamente il climax fino al trascinante scontro decisivo. Sparito qualunque sottotesto di carattere omosessuale, resta però una vena di sensualità che cavalca la tempesta ormonale dell'adolescenza, vibrando fra le staccionate bianche d'un placido sobborgo di provincia: questo contesto, tipico di molte avventure fantastiche nel cinema degli anni Ottanta, è l'ambiente in cui Charley deve combattere non solo per la sua sopravvivenza, ma anche per la difesa delle due donne che animano la sua vita, in quanto unico "maschio" rimasto a guardia del focolare (e la sceneggiatrice Marti Noxon è brava a sottolineare questo aspetto archetipico della vicenda). Compito non facile, poiché Charley è solo un ragazzo, e a perseguitarlo ci sono anche le scorie del suo passato "nerd"; la pubertà, terra di confine tra due fasi dell'esistenza, viene quindi ritratta come un groviglio di conflitti che, nel legame fra Charley e il suo (ex) amico del cuore Ed, mostra già tutti i compromessi cui bisogna sottostare per aprirsi alla vita adulta, e il vampiro Jerry non fa che oggettivizzare questa lotta, come fosse un guardiano (involontario) dell'infanzia. Certo, nulla funzionerebbe senza l'ottimo bilanciamento di horror e commedia, impreziosito da alcune raffinate soluzioni di regia che spaziano trz la spettacolare scena di fuga in piano sequenza (con l'inquadratura che fluttua attorno ai personaggi nell'abitacolo dell'automobile) e momenti di tensione molto ispirati, nei quali Craig Gillespie dimostra un notevole talento di messa in scena all'interno di un genere, per lui, completamente nuovo.
Tutto questo senza dimenticare l'irresistibile bravura degli interpreti, in particolare del seducente Colin Farrell - pallore cadaverico e occhi profondi, ammalianti - e dello scozzese David Tennant (il Doctor Who della serie televisiva), adorabile cialtrone da palcoscenico che "attualizza" il personaggio di Peter Vincent. Attenzione, poi, al cameo di Chris Sarandon, il Jerry originale.
Insomma, entertainment di qualità, ben confezionato anche sotto il profilo tecnico (seppure con un 3D avvertibile solo a tratti): consigliato.