Guerra all’ultimo voto
A un passo dalle elezioni, l’onorevole Cam Brady, repubblicano, commette un’enorme gaffe che potrebbe pregiudicare la sua riconferma quale membro del congresso. Nel frattempo due milionari senza scrupoli, i fratelli Motch, decidono di spalleggiare un candidato rivale, il timido Marty Huggins, per ottenere la maggioranza nel loro distretto della Carolina del Nord.
Grazie al loro appoggio Marty darà del filo da torcere a Cam Brady.
«La guerra ha le sue regole, la lotta nel fango ha le sue regole. I politici non hanno regole»
Dopo gli acclamati drama targati HBO, Recount e Game Change, sempre incentrati sul sistema politico americano, il regista di Mi presenti i tuoi, Jay Roach, propone una commedia sui mali della struttura elettorale statunitense.
Protagonisti pronti a tutto pur di guadagnarsi un posto al Congresso sono due maghi della comicità made in Usa: Will Ferrell (Due single a nozze) e Zach Galifianakis (Una notte da leoni), rivali chiamati a fare scintille in questa comedy forse non completamente riuscita, ma che a tratti lancia qualche bella stoccata.
Nella lunga e variegata carrellata di colpi bassi che via via si accumulano nel corso della campagna elettorale, tra telefonate intime finite per sbaglio nella segreteria di un bacchettone locale, tradimenti, spot porno e irrimediabili gaffe, vengono riesumati alcuni luoghi comuni della satira politica.
A cominciare dagli slogan. Quello di Cam è: “America, Gesù, Libertà”.
Che cosa voglia dire esattamente non lo sa nemmeno lui, ma dopotutto in una sfida all’ultimo sangue in cui a dettar legge è l’idiozia da ambo le parti, non si può certo pretendere che un politico sappia mettere insieme due parole.
Tra gli interpreti, oltre ai sopracitati Ferrell e Galifianakis spiccano anche Jason Sudeikis (Come ammazzare il capo e… vivere felici) e Dylan McDermott (Noi siamo infinito), senza dimenticare il pluripremiato John Lightow (L’alba del pianeta delle scimmie).
Sotto l’onnipresente e onnipotente scrutinio dei media, che non se ne perdono una pur di gridare allo scandalo, e perenni vittime dei sondaggi, i due candidati annaspano e regrediscono a livelli primordiali finché una campanella d’allarme li fa rinsavire almeno un po’. Marty (Galifianakis), da sempre bistrattato dal padre e tenero buontempone di provincia, da mite guida turistica si trasforma in spietato gladiatore dell’arena politica, col sostegno del luciferino Tim Wattley (McDermott), mentre Cam (Ferrell) nella corsa al seggio perde famiglia e sostenitori.
Se ci aggiungete due imprenditori malandrini, finanziatori occulti dell’agone, avrete la ricetta perfetta per una commedia un po’ scontata che non ci dirà nulla di nuovo sul lato oscuro del potere, ma che ci regalerà qualche sana, incontenibile risata.