Pandemia mondiale
Dopo una corposa e normalissima colazione all'americana, in un giorno come tanti altri, Gerry Lane (Brad Pitt) e la sua famiglia si ritrovano imbottigliati nel traffico metropolitano. Lane, ex impiegato delle Nazioni Unite, ha la sensazione che non si tratti del classico ingorgo. Il cielo di lì a poco si riempie di elicotteri della polizia, e gli agenti sfrecciano all'impazzata da tutte le parti: la città è in preda al caos. Ovunque per le strade, orde di persone si avventano ferocemente tra di loro, contagiandosi con un morso di virus letale che trasforma gli esseri umani in creature irriconoscibili e feroci. Le persone innocue diventano improvvisamente una minaccia, le origini del virus sono sconosciute mentre il numero delle persone infette cresce di giorno in giorno, raggiungendo i livelli di una pandemia globale. L'idea che questa epidemia possa sopraffare gli eserciti di tutto il mondo convince il riluttante Lane a combattere...
La corsa degli infetti
Immaginate un attore ormai entrato nell'immaginario collettivo, sia come sex symbol sia come uno degli interpreti più rappresentativi del cinema americano contemporaneo. Biondo, sguardo malinconico e sensuale, con una moglie bellissima e una decina di pargoli appresso, che legge un libro di zombie e poi decide di farne un film. È successo a Brad Pitt quando ha letto World War Z. La guerra mondiale degli Zombi di Max Brooks (figlio di Mel, regista di Frankestein jr., per intenderci) e ha deciso di comprarne i diritti con la sua Plan B e farne un film.
World War Z è un libro che si basa essenzialmente su una raccolta di interviste – messe da parte da un misterioso cronista della guerra mondiale degli zombie – di decine di persone di varie parti del mondo che si sono ritrovate faccia a faccia con quest'epidemia ormai quasi del tutto debellata. Compito arduo per gli sceneggiatori mantenere intatta la realtà letteraria, quando poi ben sappiamo quali sono i meccanismi che scattano in una sala cinematografica. Damon Lindelof (uno degli sceneggiatori di Lost) ha scarnificato il libro e ha posto le basi di quello che poi sarebbe diventato l'attuale film; lo script è stato successivamente riscritto da Matthew Michael Carnahan e modificato durante le riprese. È successo che il protagonista, alla fine, è uno solo, e se vi aspettate i classici zombie alla Walking Dead... avete sbagliato film. World War Z è decisamente un blockbuster ben fatto e dignitoso, diretto da Marc Forster (Neverland, 007 – Quantum of Solace) quasi fosse un travolgente disaster/action movie, con un pizzico di suspance da horror. Gli zombie qui presenti non sono i classici morti viventi che camminano strascicando i passi, bensì degli infetti – più sul genere di 28 giorni dopo - scalmanati che si avventano su chiunque (o quasi) possa essere ancora infettato. Sono instancabili e caratterizzati da una fervente vitalità, e non si nutrono degli esseri umani: sono quasi “guidati” dal virus che li ha infettati e hanno il compito di sopraffare e distruggere tutti quelli che possono essere contagiati. In World War Z, inoltre, non ci sono discussioni di tipo etico né tantomeno morale: non ci si domanda chi sia giusto o meno uccidere, chi siano i cattivi e chi i buoni. Si passa direttamente all'azione: compito di Lane – unico e indiscutibile eroe e protagonista – è quello di trovare la genesi del virus e conseguentemente una cura che possa guarire gli infetti, o quantomeno proteggere chi ancora infetto non è. Lane, più che per amor di patria, è spinto a muoversi per salvare la sua famiglia.
Nonostante si discosti dal libro, l'idea di base del film è ottima e ben sviluppata; il protagonista interpretato da Brad Pitt rappresenta l'ideale classico di eroe che ha un obiettivo – distruggere i cattivi e salvare i buoni – ed è coerentemente portato sullo schermo. La storia è dinamica, sferzante, ansiogena a tratti, e scorre via rapidissima quasi quanto le corse travolgenti che compiono i suoi protagonisti zombie.
World War Z è un blockbuster e fa il suo dovere di blockbuster: puro intrattenimento e divertimento. Con un 3D consigliato a chi ha voglia di entrare in una sfera emotiva più coinvolgente.