Transformers 4: L'Era dell'Estinzione

Voto: 2/5 - 
Titolo Originale: Transformers: Age of Extinction
Un film di Michael Bay. Sceneggiatura: Ehren Kruger
Genere: Fantascienza, Azione - Stati Uniti (2014)
Produzione: China Movie Channel, Di Bonaventura Pictures, Hasbro. 
Distribuzione: Universal Pictures
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A seguito della battaglia tra Autobot e Decepticon che ha raso al suolo buona parte di Chicago, tutti i Transformers presenti sulla Terra, senza distinzione di fazione, vengono dichiarati fuorilegge e costretti alla fuga. Nel frattempo alcune agenzie governative, forti degli studi fatti precedentemente sugli alieni, tentano di ricreare in laboratorio quegli stessi Trasformers che hanno bandito poiché pensano di poterli modificare e dunque di controllarli per i loro scopi. Sarà Cade Yaeger, ingegnere ma pessimo inventore, che restituirà alla vita Optimus Prime, disattivatosi per sfuggire alla cattura, e che avvierà un'esasperata “caccia al robot” che porterà di nuovo ad una nuova guerra globale.

Ho visto Transformers: L'Era dell'Estinzione con il cuore gonfio di speranza dopo il buon Transformers 3. La pellicola si pone come continuum naturale della prima trilogia di Michael Bay, puntando però a nuovi orizzonti. Con questo nuovo film si è voluto chiudere la precedente trilogia ed aprirne una totalmente nuova. Rivoluzionati gli attori, sia umani che robot, Michael Bay prova a rilanciare ancora una volta il franchise Hasbro, offrendo alla pellicola un orizzonte differente, che non sia quello ridondante Autobot vs. Decepticon già triplicemente visto. Ma questa volta, seppur infilandoci dentro un tirannosauro che sputa fuoco, il risultato non è dei migliori.

Michael Bay e il delirio visivo del cinema in movimento.

Che il vecchio Michael sia fan del cinema in movimento è cosa risaputa. In ogni suo film che si rispetti non mancherà mai una ripresa dall'alto, in elicottero, con un palazzo che cade a pezzi. Il suo è delirio visivo, cinema in movimento, il medium cinematografico che si fonde e si nasconde dietro la macchina da presa al netto di quella parte noiosa e scialba che lui chiama sceneggiatura. Non gli interessano i personaggi, tagliati con l'accetta e messi lì, no. Quello che lui ama è l'espressione tramite l'azione, senza troppe parole. E fino alla metà del secondo atto, gli dai ragione e appieno, perché la pellicola funziona senza troppe pretese. Mi riferisco a tutto ciò che accade prima dell'arrivo di un esercito di robottoni, che cominciano a prendersi a cinquine tra di loro. Fino a quel momento, infatti, la pellicola di Bay ha il respiro dei grandi film, tanto è che ad ogni inquadratura ti verrebbe da urlare “Hey -ho” agitando il cappello verso l'orizzonte infuocato, nonostante sullo schermo ci sia Optimus Prime in fuga e non John Wayne a cavallo, e quattro personaggi semplici ma quasi credibili. Ma questo non è un western, né tanto meno Mezzogiorno di Fuoco. Questo è Transformers, e i robot in computer grafica che si fanno la guerra ne sono i grandi protagonisti.

La più grande rissa da baretto nella storia dei Transformers.

Che il film sia votato allo spirito action è chiaro, dunque consiglio a lor signori di non accanirsi troppo sulla narratività spicciola. Ad essere buoni, si può sorvolare sulle troppe battute scontate e sulle motivazioni - mai del tutto chiare - che muovono i villain a distruggere/conquistare/estirpare/boh la Terra. Stesso vale per i protagonisti umani. Totalmente ininfluente è il personaggio interpretato dal buon Mark Wahlberg, attore principale sì, ma narrativamente relegato al ruolo di comparsa costante. Anzi, sembra che i personaggi migliori siano quelli che si intravedono da lontano e quindi più imprevedibili, come Stanley Tucci nei panni di un Joshua ironico e totalmente fuori dalle righe. E non si lamentino i maschietti, orfani della prematura dipartita di Megan Fox, perché il gentil sesso è degnamente rappresentato da Nicola Pelts (gentiluomini, occhio all'anagrafica però, che la tipa è del '95). Quello che è importante nel film è ben altro, ed è il continuo delirio di suoni, di luci, di colori e di computer grafica già ampiamente documentato da Transformers 3. Per non parlare dei combattimenti tra robot, frenetici ed esagerati, che sono il cuore pulsante della pellicola action di Bay. Un cuore pulsante che però batte troppo e troppo a lungo e per il quale serve un appunto: il film dura tanto e i combattimenti di conseguenza. Circa due ore e quaranta di orologio, di cui - non esagero - un'ora e mezza viene trascorsa a guardare robot giganti che si prendono a cinquine forti sulla testa. E questo reiterarsi di azione frenetica e regia al cardiopalma senza buoni inframezzi a spezzarne il ritmo, un pochino confonde e alla lunga può stufare. Quasi tre ore di film rischiano di diventare faticose come un rave party in Germania: si esce dalla sala intontito e disturbato. E a te Optimus Prime mica ti è passato sopra in modalità tir.

Nuova trilogia, vecchie magagne.

Dunque, tirando le somme Transformers: L'Era dell'Estinzione poteva essere la pellicola della svolta, ma non lo è stata. Un po' come nel pessimo Transformers 2, ci sono due difetti che gliel'hanno impedito, purtroppo, e sono di belli grossi. Il primo: il film dura troppo e nonostante sia pieno d'azione, cala di ritmo spesso e volentieri, lasciando poco respiro ad una sceneggiatura debole e frammentata. Il secondo: manca quella grandezza e quell'epicità che lo avrebbero reso grande, forse al pari del terzo (un pelo sotto al primo, a nostro avviso) nonostante abbia delle buonissime scene da vendere (un esempio, il combattimento tra i palazzi di Pechino). Mettici pure un trailer (ancora una volta) complice in negativo, poiché “brucia” una delle scene più riuscite dell'intero film (e parliamo di un fierissimo Optimus Prime che cavalca Grimlock, leader dei Dinobot nonché immenso dinosauro meccanico) e la frittata è fatta.

Transformers: L'Era dell'Estinzione si colloca nel limbo di quei film che vorresti amare ma che proprio non ce la fai, in quella sottosezione in cui releghi tutte quelle buone idee che non sono riuscite a fare centro. Ed è un grande peccato, soprattutto per quelli che come te, che in Optimus Prime ha consacrato pressoché tutta l'infanzia, a questo nuovo capitolo dei Transformers ci credeva e pure tanto.
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