Liberaci dal Male

Voto: 2/5 - 
Titolo Originale: Deliver Us From Evil
Un film di Scott Derrickson
Genere: Horror - Stati Uniti (2014) Durata: 118min.
Distribuzione: Warner Bros. Italia
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2010, Iraq. Tre soldati trovano per caso una piccola grotta mentre stanno partecipando ad un'operazione speciale; all’interno l'atmosfera è tetra, le torce si spengono e vengono aggrediti da qualcosa dall'impatto sovrannaturale.
Tre anni dopo seguiamo le vicende di Ralph Sarchie, un agente di polizia newyorkese con un dono singolare: la percezione e conseguente individuazione del male nel momento in cui si sta verificando. Ciò lo porterà ad indagare una serie di casi sospetti e collegati tra loro, evidenziati da una forte componente paranormale, che lo farà ricredere a proposito della natura stessa Male.


Dopo Sinister, Scott Derrickson continua il suo viaggio all'interno dell'horror, tornando a toccare i temi che l'avevano reso celebre col discusso The excorcism of Emily Rose, ma ampliando l'universo legato alla possessione all'interno di una storia di più ampio respiro. Il film, difatti, viaggiando dal thriller all'horror come nella sua precedente opera, segue le vicende di un singolo protagonista intento a compiere una missione più grande di lui, che lo formerà attraverso un viaggio spirituale alla ricerca di ciò che ha perduto.

Tuttavia Derrickson, se nel suo primo film legato al mondo dell'esorcismo lasciava trasparire una certa neutralità che portava il film ad un livello più maturo rispetto alla media dell'horror commerciale americano - e dunque poteva tranquillamente essere apprezzato da un pubblico ateo come da un pubblico cristiano -, in Liberaci dal Male il peso della bilancia volge eccessivamente, soprattutto nell'ultimo atto, a favore di un irritante sottotesto cristiano, che rimbomba all'interno del prodotto come fosse una lezione di catechismo ammonitoria. Come se non bastasse, il tutto è infarcito dei classici cliché legati al genere, del quale speravo si fossero perse le tracce. Ed invece son quasi tutte lì: il prete che ha trovato Dio dopo un passato burrascoso, l'iconografia legata al male vecchia di quarant'anni, le frasi in latino, i jumpscare gratuiti e, ciliegina sulla torta, l'immancabile frase "dove sono mia moglie e mia figlia?", che gradirei non sentire più almeno per una decina d'anni.

Già questi due aspetti, legati profondamente all'industria americana, raschiano freschezza ed originalità ad un prodotto che, tuttavia, non è proprio da buttare.
Ri-citando il precedente Sinister, film che nonostante diverse pecche (che ritroviamo puntualmente anche qui) riusciva a sollevarsi dalla media grazie ad una regia attenta, un comparto formale di tutto rispetto, buone performance ed una sceneggiatura che qua e là tirava fuori delle buone intuizioni, questo Liberaci dal Male rimane comunque leggermente sopra la media grazie al fatto che la media è l'horror alla Marcus Nispel, figura dalla quale, fortunatamente, Derrickson si allontana ponderosamente, dimostrandosi un autore senza dubbio più maturo.
Il nostro prova infatti in qualche modo, e non sempre riuscendoci, ad elevare un minimo il genere, a trovare soluzioni di messa in scena interessanti e a creare un'atmosfera che avvolga completamente lo spettatore. Ci riesce in alcuni punti, con momenti piuttosto evocativi e solidi a livello di sviluppo narrativo, mentre fallisce miseramente in altri, volgendo spesso al nonsense e al dialogo spiccio.
Inoltre il ritmo non è agitato, non parte in quinta ma, anzi, si prende i suoi tempi, riuscendo miracolosamente a dare anche un certo spazio all'immagine senza il bisogno irrefrenabile di tagliare ogni 24 fotogrammi.

Tuttavia la discreta fotografia di Scott Kevan, che comunque non raggiunge l'intensità che era riuscito a dare Christopher Norr in Sinister, viene in parte rovinata da un eccessivo lavoro di post produzione, che rende il film eccessivamente scuro e confuso in troppi momenti. Al cast (Eric Bana, Edgar Ramirez) va dato atto di non avere dalla loro dei personaggi scritti benissimo ma, seppur non brillino proprio per immensa capacità, riescono comunque a tirare avanti la storia senza intoppi eccessivi.

Con Liberaci dal Male è chiaro come Derrickson abbia voluto dar vita ad un horror semplice e lineare senza troppi compromessi, rifacendosi totalmente ai topoi del genere ma guidando il tutto con la sua mano e la sua sensibilità. Tuttavia, se paragonato ad altri titoli recenti che cercano di fare più o meno lo stesso lavoro, come Insidious o The Conjuring (entrambi firmati da James Wan), Liberaci dal Male ne esce con le ossa rotte, pur rimanendo un prodotto di consumo che, senza dubbio, non farà storcere troppo il naso ai palati meno esigenti.
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