La Preda Perfetta

Voto: 4/5 - 
Un film di Scott Frank. Sceneggiatura: Scott Frank
Genere: Giallo - Stati Uniti (2014)
Produzione: 1984 Private Defense Contractors, Cross Creek Pictures, Da Vinci Media Ventures. 
Distribuzione: Eagle Pictures
Data Uscita cinema: 18/09/2014
Ritiratosi dal corpo di polizia a causa di un incidente causato in servizio, l'investigatore privato Matt Scudder viene ingaggiato dal trafficante di droga Peter Kristo per scoprire chi si nasconde dietro all' assassinio della moglie, rapita sotto richiesta di riscatto e poi brutalmente uccisa. Ma i killer sono tutt'altro che degli sprovveduti: riuscirà il detective a fermare i colpevoli prima che colpiscano di nuovo?

Fare di un libro (o di una serie di libri) un film risulta essere per le case produttrici
quasi sempre una lama a doppio taglio: la comodità è quella di avere una larga parte della sceneggiatura già pronta e, con tutta probabilità, una base di appassionati ben lieti di pagarsi un posto al cinema...pronti a smontare il film pezzo dopo pezzo valutandone ogni singolo difetto o discrepanza rispetto all'opera di riferimento. Purtroppo per loro, la verità è che le necessità di scena sono implacabili: tempistiche, costi di produzione, velleità di montaggio in post-produzione, tutti elementi impossibili da trascurare durante il passaggio fra un mezzo mediatico all'altro, dove, inevitabilmente, qualcosa viene perduto, qualcosa che in un modo o in un altro, finisce per togliere un po' di quella magnetica magia che appassiona e intriga nelle pagine di un dattiloscritto.

In alcune rare occasioni, tuttavia, capita che, nonostante le mancanze, il lavoro certosino di chi produce una trasposizione cinematografica riesca a mantenere ritmo e intrigo, riuscendo a trasmettere sensazioni di richiamo, provenienti dai nostri libri preferiti.... E questo è il caso di Una preda perfetta. Classificato dallo stesso produttore Michel Shamberg come un giallo old-school, La preda perfetta ci narra delle disavventure dell'ex-poliziotto Matt Scudder, che fra una riunione degli alcolisti anonimi e un pasto in una tavola calda, ha deciso di sbarcare il lunario utilizzando il suo istinto da ex-agente per aiutare,sotto compenso, chi necessita di trovare qualcuno senza essere scoperto, diventando, di fatto, un'investigatore "illegale", poiché sprovvisto di licenza per esercitare: un personaggio ombroso e in bilico fra lecito e illecito, perfetto per Liam Neeson, abituato a ricoprire spesso ruoli di granitici anti-eroi, come ad esempio in Taken e seguiti. Convinto dal narcotrafficante Peter Kristo (Dan Stevens, noto al pubblico per le sue performance in Downtown Abbey) a investigare sull'assassinio della moglie, Scudder comincierà la sua avventura noir sulle tracce di due spietati serial killers (David Harbour e Adam David Thompson), tanto abili a nascondersi quanto brutali nei loro metodi, nella tenebrosa e suggestiva cornice della Brooklyn di fine millennio.

E' importante sottolineare, ricollegandoci con quanto detto all'inizio, che la sceneggiatura non è originale, bensì basata su un'opera dello scrittore Lawrance Block, prolifico scrittore di un ciclo di romanzi gialli incentrati proprio sul personaggio di Matt Scudder: per questo ci si poteva immaginare, magari, un'appiattimento dei personaggi o una resa poco curata delle ambientazioni.
Fortunatamente, non è così: Scott Frank, alla sua seconda prova da regista dopo il film Sguardo nel vuoto, è riuscito a ricreare gran parte dell'atmosfera letteraria da cui il titolo proviene. In primis, per la grande attenzione nei dialoghi:sono presenti infatti numerosi riferimenti alla letteratura e al cinema di genere, con gli stessi protagonisti citano Dan Spade e Philip Marlowe, icone del cinema noir e poliziesco, e lo stesso Scudder beneficia dell'aiuto di una classica "spalla", interpretata dal giovane attore Brian Bradley. Particolare attenzione è stata posta anche ai toni e ai ritmi narrativi, ben bilanciati fra battute quasi taglienti, che non scadono mai nel ridicolo, e fasi deduttive culminanti in dialoghi funzionali al climax narrativo, entrambi tipici elementi dei romanzi di genere.

In secondo luogo, per le ambientazioni, moderne, eppur decadenti, con una fotografia volta a mostrare il lato più grigio della torbida città di Brooklyn, volutamente e ottimamente collocata negli ultimi anni del 2000 sia per accentuare le paure di fine millennio, sia per non abusare troppo della sensazione di modernità:lo stesso Scudder infatti rifiuta l'uso dei telefoni cellulari, e si affida ai rotocalchi quali mezzi investigativi d'eccellenza: sono piccole finezze, che aiutano però nell'immersività di storia e personaggi.
E qui arriviamo al vero punto forte della produzione, ossia la caratterizzazione dei personaggi, psicologicamente profondi e magistralmente narrati, tramite l'uso di espedienti moderni quali flashback e parallelismi narrativi, per dare una sensazione di compenetrazione e discrepanza morale. E allora ci viene descritto l'investigatore Scudder come un personaggio determinato, ma anche debole, in determinate situazioni, il trafficante Peter Kristo come un marito amorevole e coraggioso. La linea di demarcazione fra giusto e sbagliato è molto sottile, e spesso, la paura più evidente non è quella più spaventosa: i romanzi di Block parlano di questo, e la trasposizione in film riesce perfettamente a richiamare le atmosfere, le ombre e le luci di personaggi tormentati, in una città dove i crimini non vengono mai perpretati alla luce del giorno.

Se volessimo proprio cercare un difetto in La preda perfetta, potremmo tacciarlo di una eccessiva lentezza, ma a ben vedere, è perfettamente coerente col genere a cui appartiene, comunque lento e metodico, dove i veli vengono tolti pian piano, e dove non si è mai sicuro di dove possa arrivare la psiche umana.
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